Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz

E non finita. Pioggia di premi collaterali anche ad altri tre film a tematica queer presentati in sezioni parallele.

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Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - Skin Deep cover - Gay.it
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L’avevamo predetto nei giorni scorsi, dopo averlo visto e particolarmente apprezzato in sala. Skin Deep sarà Queer Lion 2022. E così è stato. Aus meiner Haut (Skin Deep) di Alex Schaad (presentato nella 37. Settimana Internazionale della Critica) ha vinto il Queer Lion 2022 assegnato dalla giuria presieduta da Rich Cline, giornalista e critico cinematografico, con la seguente motivazione:

“Per aver rappresentato le dinamiche che codificano il complesso linguaggio dei sentimenti, raccontando una storia d’amore che trascende letteralmente i corpi. Quello che appare come un film horror sullo scambio di corpi, inizia rapidamente a superare sia i generi cinematografici che il concetto di gender. Nel farlo, pone domande sorprendentemente intelligenti e audaci, sfidando la natura e l’oggetto dell’amore, sia che si tratti della mente, del corpo, del piacere o delle leggi del desiderio. Demolendo l’idea di ruoli prestabiliti a favore di infinite possibilità fluide, il film riesce nell’audace intento di trasformare l’acronimo LGBTQ in una singola parola”.

Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - sebastien lifshitz queer lion 2022 1 - Gay.it

L’edizione 2022 del Queer Lion è stata impreziosita anche da un Queer Lion alla carriera, andato a Sébastien Lifshitz, autore che rappresenta un unicum nel panorama del cinema autoriale e della cultura queer. Dall’esplorazione degli istinti e della ricerca del piacere di Les corps ouverts, alla dimensione romantica del coming out adolescenziale di Presque rien, dal ritratto forte ed indipendente di una donna transessuale in Wild Side, alla rivisitazione dei topoi del cinema francese di Plein sud.

Dai preziosi e sensibili ritratti di Les invisibles, alla memoria politica che diventa strumento per esorcizzare la morte ne Les vies de Thérèse, al travolgente e delicato racconto della disforia di genere in Petite fille.

Con la stessa efficacia e maestria Lifshitz ha affrontato il racconto di fiction, il linguaggio televisivo, l’immediatezza del documentario, passando senza soluzione di continuità dal corto al medio al lungometraggio. Il suo percorso da regista e sceneggiatore è stato impreziosito da un’accoglienza critica entusiasta e da numerosi riconoscimenti internazionali a Cannes, Berlino e Locarno.

“Lifshitz ha saputo raccontare l’universo LGBTQ attraverso lo sguardo personale di un cineasta che, evitando le trappole della spettacolarizzazione e senza dimenticare mai la dimensione politica del racconto, tratteggia in maniera sublime vividi ritratti che stupiscono per autenticità, sguardo morale e pudore, in opere che trascendono il loro stesso formato, diventando “molto più che semplici opere di finzione” e “molto più che solo documentari””.

Per queste ragioni è stato attribuito il Queer Lion Award alla Carriera a Sébastien Lifshitz.

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Tra i tanti film a tematica queer sbarcati al Lido anche The Whale di Darren Aronofsky,  qui da noi recensito e vincitore del Leoncino d’Oro istituito da AGISCUOLA e promosso da A.G.I.S., A.N.E.C. e David di Donatello – Accademia del Cinema Italiano.

Giunto alla 34° edizione, il Leoncino è divenuto nel tempo uno dei premi collaterali più importanti e significativi della Mostra del Cinema di Venezia, con un gruppo di giovani giurati provenienti da tutta Italia. Questa la motivazione del trionfo di The Whale:

“Un’umanità strabordante, magistralmente interpretata, affronta il disperato tentativo di riscatto, tanto straziante quanto necessario. Amicizia, religione, morte e amore vengono messi in scena attraverso la tormentata ricerca della sincerità in un’atmosfera claustrofobica ispirata dall’omonima opera teatrale. Una pellicola spietata che rappresenta un accorato invito alla riconciliazione con gli altri e soprattutto con sé stessi. Per queste motivazioni, il Leoncino d’Oro della 79esima edizione del cinema di Venezia va a “The Whale” di Darren Aronofsky.”

Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - the whale brendan fraser - Gay.it

Ma non sono qui i premiati a tematica LGBTQ. La giuria composta dai ragazzi europei del progetto 27 Times Cinema, organizzato dalle Giornate degli Autori, il LUX Audience Award del Parlamento Europeo ed Europa Cinemas, in collaborazione anche con Cineuropa, e presieduta dalla regista e sceneggiatrice Céline Sciamma, ha decretato il vincitore del GdA Director’s Award dal valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione. Parliamo di Lobo e Cão di Cláudia Varejão. Questa la motivazione:

“Questo film ci ha immersi nel suo mondo e ci ha così permesso di affrontare un tema importante, presentando i personaggi queer così come sono all’interno di uno spazio per loro sicuro. Abbiamo riscontrato che gli elementi di tipo documentaristico hanno contribuito all’efficacia e all’autenticità della narrazione. La Giuria ha anche apprezzato il fatto che il film non assecondi lo spettatore, offrendo la rappresentazione schietta, onesta e d’impatto di una comunità queer molto unita. La Giuria ritiene che il messaggio di questa storia sia estremamente importante e ha il piacere di assegnare questo premio al lodevole film di Claudia Varejao.”

Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - lobo e cao 2 - Gay.it

Anche il pubblico delle Giornate ha espresso il proprio verdetto attraverso la votazione effettuata ogni giorno al termine delle proiezioni dei film del concorso, nella Sala Perla del Casinò del Lido. Tra i dieci film in concorso Blue Jean di Georgia Oakley ha conquistato il Premio del Pubblico con il 65% delle preferenze. Sul virtuale podio anche Dirty Difficult Dangerous di Wissam Charaf, a pochissima distanza dal vincitore, e The Damned Don’t Cry di Fyzal Boulifa.

Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - Eismayer 3 - Gay.it

E non è ancora finita qui. La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) ha assegnato i premi della 37esima edizione. La giuria internazionale composta da Rok Biček, Nico Maezano e Barbara Wurm ha assegnato il Gran Premio IWONDERFULL a “Eismayer” di David Wagner. Questa la motivazione:


“Questa opera prima, matura e sorprendentemente coerente su molti livelli (recitazione, ambientazione, regia) è un eccezionale esempio di narrazione efficace, diretta e senza soluzione di continuità. Il film accetta la sfida di conquistare uno degli ultimi baluardi istituzionali dell’omofobia: l’esercito. Descrivendo il regno dell’autodisciplina e della mera obbedienza, rappresenta una riflessione sorprendentemente genuina e pacata sulla natura dei nostri sentimenti, sul loro nesso con i nostri corpi, i nostri atteggiamenti e le nostre convinzioni. Un film sul “coraggio di superare” e sul coming out, sul conoscere se stessi e gli altri”.

Queer Lion 2022, trionfa Skin Deep. Premio alla carriera a Sébastien Lifshitz - anhell69 1 - Gay.it

La stessa giuria ha anche assegnato una menzione speciale al film “Anhell69” di Theo Montoya perché “Mediante un’estetica audace ed eclettica, che rende conto di energie dolorose ma allo stesso tempo vitali, sospese tra la vita e la morte – quest’ultima percepita come un dato di fatto – quest’opera fluttua coerentemente attraverso gli strati urbani di tragedie imperanti. La giuria decide, all’unanimità, di premiare questo sensibile e poetico “canto di morte”, una travolgente “película trans” nel suo genere.”

“Anhell69” di Theo Montoya ha vinto anche il Premio Circolo del Cinema di Verona, con la seguente motivazione: “Per la capacità di unire il documentario con le suggestioni tipiche della tradizione cinematografica colombiana. Per aver fatto convivere i vivi e i morti attraverso uno spiritualismo terreno, in cui sangue e sperma diventano la chiave per accedere a un mondo altro. Per una coraggiosa opera di documentarismo magico.”

Non contento, “Anhell69” di Theo Montoya ha fatto suo anche il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta Marco Contino, Anna Maria Pasetti e Lorenzo Rossi, con questa motivazione: “Per la capacità di raccontare l’annichilimento di una generazione attraverso una fotografia che innesta sulle testimonianze di vittime e sopravvissuti le atmosfere di una favola dark, un cinema nel cinema che, tra luci e tenebre, restituisce il senso di una realtà di uomini ed ectoplasmi, di vita e morte”.

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